MODALITA' DI ASSEGNAZIONE DELLE RISORSE PREVISTE DALL'AVVISO PUBBLICO
- Il riparto per i Comuni, ai quali sarà assegnata complessivamente la somma di 14 milioni di euro, avverrà in funzione del numero di abitanti, con un minimo di 15.000 euro per i Comuni più piccoli fino a 200.000 euro per i comuni con popolazione superiore ai 200mila abitanti. E' prevista una maggiorazione del 25% del contributo ammissibile per i Comuni ricadenti nella zona individuata a rischio vulcanico dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile: Vesuvio e Campi Flegrei. Sono previste maggiorazioni dal 10% al 20% ai Comuni limitrofi appartenenti ad uno stesso Centro operativo misto (quello che viene attivato in caso di emergenza) che sviluppino piani di protezione civile in forma associata.
- I Comuni che già dispongono di piani aggiornati potranno utilizzare i fondi per azioni di diffusione delle informazioni ed altre attività collegate al Piano.
Le Province avranno complessivamente a disposizione un milione di euro, per sviluppare piani provinciali e per le azioni collegate. La ripartizione avverrà in funzione del numero degli abitanti, del numero dei Comuni, delle superfici provinciali e delle estensioni delle coste.
LINEE GUIDA REGIONALI PER IL PIANO DI EMERGENZA COMUNALE
Il Piano di emergenza comunale è lo strumento che deve definire le attività coordinate e le procedure da adottare per fronteggiare un evento calamitoso atteso e/o in atto nel territorio comunale. Ciò al fine di garantire una risposta efficiente ed efficace mediante l'impiego delle risorse disponibili e necessarie ad organizzare i primi interventi, per prevenire, soccorrere e superare un'emergenza e favorire il ritorno alle normali condizioni di vita.
E' il supporto operativo di riferimento fondamentale per la gestione dell'emergenza, con l'obiettivo di salvaguardare la vita delle persone e i beni presenti in un'area a rischio riducendo il danno che l'evento provoca sul territorio.
Il Piano di Emergenza Comunale deve contenere:
- indicazioni di coordinamento ed indirizzo per tutte le fasi di risposta previste dal Piano;
- procedure semplici e non particolareggiate;
- individuazione delle singole responsabilità nel modello di intervento;
- flessibilità operativa nell'ambito delle funzioni di supporto.
Il Piano di Emergenza Comunale deve essere in grado di rispondere ai seguenti quesiti:
- Quali eventi calamitosi possono interessare il territorio comunale?
- Quali persone, strutture e servizi ne saranno coinvolti o danneggiati?
- Quale risposta operativa è necessaria per ridurre al minimo l'impatto dell'evento?
- Quali risorse sono disponibili per fronteggiare l'emergenza?
- A chi vengono assegnati i ruoli e i compiti per la gestione delle emergenza?
Il Piano dovrà essere costituito da tre sezioni principali:
- Parte generale Raccoglie tutte le informazioni relative alla conoscenza del territorio e alle reti di monitoraggio presenti, finalizzate all'elaborazione dei possibili scenari di danno che si possono verificare nell'area in esame.
- Lineamenti della pianificazione Individua gli obiettivi da conseguire per organizzare un'adeguata risposta di protezione civile al verificarsi dell'evento e indica le Componenti e le Strutture Operative.
- Modello di intervento Indica l'insieme, ordinato e coordinato secondo procedure, degli interventi che le Componenti e le Strutture Operative di Protezione Civile individuate nel Piano attuano al verificarsi dell'evento.
Il Piano dovrà specificare le procedure da mettere in atto al verificarsi dell'evento e, in particolare:
- individuare le competenze;
- individuare le responsabilità;
- definire il concorso di Enti ed Amministrazioni;
- definire la successione logica delle azioni.
Le linee guida della Regione prevedono, inoltre, che il Piano di Emergenza Comunale sia corredato di una Carta del Modello di Intervento, che sintetizzi tutte le informazioni necessarie alla gestione dell'emergenza.
I Piani dovranno tenere conto dei seguenti rischi:
- rischio idrogeologico compreso quello da mareggiata;
- rischio sismico;
- rischio vulcanico;
- rischio incendi boschivi e di interfaccia;
- rischio chimico industriale.
Articolo sulla Delibera n. 146 del 27.05.2013