Raccomandazioni operative

 

Il cambiamento climatico in atto e previsto, sta già mostrando i suoi effetti, mettendo alla prova il Sistema nazionale di protezione civile. 

Gli eventi meteorologici avversi che si sono verificati anche nei mesi estivi hanno confermato lo stato di fragilità che caratterizza il territorio nazionale, specialmente in aree urbane la cui vulnerabilità si è resa manifesta soprattutto in occasione di precipitazioni atmosferiche intense e localizzate. Tali eventi improvvisi si verificano, sempre più spesso, in aree molto limitate e in un periodo di tempo piuttosto ristretto, per ciò non sempre è possibile determinare in anticipo l’esatta localizzazione, né l’evoluzione spazio-temporale degli effetti al suolo che essi determinano.

In tale contesto, l’elevata antropizzazione e la densità abitativa di molte aree esposte ai fenomeni citati, comportano un rischio da alluvione e da frana spesso molto elevato. Questo richiede che, al manifestarsi di un evento intenso, tutte le Amministrazioni, ciascuna per la propria competenza e nel pieno rispetto delle singole prerogative di governo del territorio, così come delle preminenti esigenze di protezione civile, provvedono ad attuare e promuovere tutte le opportune misure di prevenzione non strutturali di protezione civile su cui l’intero sistema deve concentrarsi per mitigare i rischi da frana e alluvione.

In relazione allo scenario delineato, si rende necessario mantenere alta l’attenzione di tutte le Amministrazioni che hanno competenza in materia di rischio idrogeologico e idraulico in modo da ottimizzare, sviluppare e promuovere per tempo l’approntamento di tutte le misure non strutturali proprie del Sistema di Protezione civile al fine di fronteggiare efficacemente gli eventuali fenomeni meteorologici intensi dell’incipiente autunno 2023.

Alla luce di quanto sopra rappresentato, si richiamano nel documento allegato le principali attività di prevenzione non strutturale contemplate nel Codice di Protezione civile, tra le quali, anzitutto, la pianificazione di protezione civile, per la quale si chiede a Regioni e Province autonome un’azione di impulso, indirizzo e supporto agli Enti locali, in stretto raccordo con le Prefetture-UTG. Si evidenzia, inoltre, la rilevanza del sistema di allertamento nazionale per il rischio meteo-idrologico e idraulico, nell’ambito del quale deve essere garantita la piena operatività dei Centri funzionali decentrati delle Regioni e delle Province autonome al fine di garantire il necessario e costante flusso informativo con le Sale operative delle Regioni e delle strutture operative territoriali. Fondamentale, inoltre, è il ruolo dei presidi territoriali idraulici e idrogeologici, quale efficace strumento di vigilanza del territorio, da integrare con i sistemi di monitoraggio e allertamento.

Quali misure non strutturali rientrano, infine, la comunicazione e l’informazione alla popolazione, auspicabilmente integrate sui diversi canali istituzionali.

Vista l’importanza, in particolare nel corso di un evento, dell’attività di informazione alla popolazione anche attraverso messaggi di pubblica utilità, il Dipartimento della Protezione civile ha implementato il sistema di allarme pubblico “IT-alert” per l'informazione diretta alla popolazione, che dirama ai telefoni cellulari presenti in una determinata area geografica messaggi utili in caso di gravi emergenze o catastrofi imminenti. IT-alert è attualmente in fase di sperimentazione su scala regionale in raccordo tra Dipartimento della Protezione civile, Regioni coinvolte, Commissione Protezione civile della Conferenza delle Regioni e Province Autonome ed ANCI. Sebbene in questa fase di sperimentazione ancora non si entri nel dettaglio dei rischi e dei comportamenti da tenere, l’obiettivo dei test è quello di far conoscere IT-alert come nuovo sistema di allarme pubblico che, in caso di gravi emergenze e catastrofi imminenti o in corso, potrebbe raggiungere i territori interessati.

Tutto ciò premesso, si confida nella tempestiva e puntuale attuazione delle allegate raccomandazioni, nonché nella loro immediata diffusione in ambito territoriale, alle varie articolazioni delle Vostre Amministrazioni e a tutte le strutture operative del Servizio Nazionale di cui all’articolo 13 del Decreto Legislativo n.1 del 2 gennaio 2018, al fine di garantire il coordinamento della risposta organizzativa e operativa.

Il Dipartimento della Protezione civile continuerà nelle attività di previsione, monitoraggio e sorveglianza in tempo reale dei fenomeni meteo-idrologici, nonché nella vigilanza delle situazioni emergenziali, e assicurerà altresì ogni dovuta collaborazione e assistenza, nelle forme più opportune ed efficaci per garantire la compiuta attuazione di quanto contenuto nelle allegate raccomandazioni.

 

Nello Musumeci

 

Raccomandazioni operative per prevedere, prevenire e fronteggiare eventuali situazioni di emergenza connesse a fenomeni di frana e alluvione durante le stagioni autunnale e invernale 2023-2024.

 

Le recenti stagioni primaverile ed estiva sono state caratterizzate, da un lato, da temperature particolarmente elevate che, nel mese di luglio, hanno segnato record mai registrati su diverse aree centro-meridionali del territorio nazionale e, dall’altro, da abbondanti precipitazioni, che a partire dal mese di maggio, hanno determinato elevati apporti idrici che, in alcune regioni, hanno superato ampiamente i valori medi mensili.

A fine aprile 2023, la situazione idrica a livello nazionale vedeva marcati ed estesi deficit di precipitazione sulle regioni dell’Italia settentrionale, con valori cumulati compresi anche fra il 50- 60% rispetto alle medie di lungo periodo. Le intense precipitazioni verificatesi a partire dal mese di maggio hanno contribuito ad alleviare le forti riduzioni di risorsa idrica sopra citate e hanno determinato, come noto, estesi ed intensi fenomeni di dissesto idrogeologico in tutta la penisola, culminando negli eventi pluviometrici eccezionali che hanno interessato il territorio dell’Emilia- Romagna in due distinti episodi, avvenuti a breve distanza l’uno dall’altro. Gli estesi allagamenti delle aree residenziali e industriali in particolare delle province di Forlì-Cesena, di Rimini e di Ravenna, nonché le centinaia di fenomeni franosi nelle aree di versante, hanno determinato, come ben noto, ingentissimi danni a infrastrutture viarie e di servizio, alle attività produttive, oltre che a edifici pubblici e privati, con conseguente deliberazione dello stato di emergenza e rilevante impegno dell’intero Sistema nazionale di protezione civile.

La seconda metà di luglio ha visto, altresì, la convergenza di una serie di fattori naturali e antropici, tra i quali le elevate temperature, con valori storicamente mai registrati, che hanno aumentato la suscettività a1l'innesco e alla propagazione di incendi di vaste proporzioni e, a livello locale, condizioni di disagio estremo anche a causa dei numerosi episodi di interruzioni dei servizi essenziali, quali la rete elettrica e di approvvigionamento idrico, occorsi in alcune grandi città, come ad esempio Catania, Siracusa e Palermo, per effetto del danneggiamento dovuto agli incendi delle infrastrutture di alimentazione.

Per l’imminente stagione autunnale si teme, quindi, che la pericolosità di fenomeni idrogeologici e idraulici possa risultare in molte regioni aggravata anche dagli incendi boschivi occorsi, in particolare, a partire dal mese di luglio scorso. Infatti, i suoli incendiati vengono fortemente esposti a diverse forme di erosione indotte dall’impatto diretto della pioggia. Le aree percorse dal fuoco, pertanto, comportano il degrado della capacità di salvaguardia idrogeologica, con conseguenti situazioni di propensione alla desertificazione, elevato trasporto solido, ridotti tempi di corrivazione e possibile innesco di frane superficiali e di crollo in caso di piogge intense e/o continue e persistenti.

Anche alla luce dei cambiamenti climatici in atto e previsti, l’autunno è, di norma, il periodo dell’anno durante il quale si avvicendano le perturbazioni provenienti dall’oceano Atlantico che da una parte possono fornire l’innesco per i fenomeni temporaleschi che trovano una riserva di energia nella temperatura dei nostri mari, dall’altra apportano precipitazioni diffuse e continue, in grado quindi di interessare ampie porzioni del territorio nazionale, anche con carattere di particolare persistenza. Fenomeni di questo tipo producono effetti lungo il reticolo idrografico e i versanti dei bacini di tutte le dimensioni, con conseguente attivazione di frane e di fenomeni alluvionali.

L’inverno, invece, è, di norma, la stagione caratterizzata da irruzioni di masse di aria di origine polare o artica, con possibili nevicate fino a quote basse o molto basse, rischio di forti gelate, nel corso del quale, però, negli ultimi decenni, si sono registrate prolungate fasi di temperature superiori alle medie climatiche, con regimi pluviometrici particolarmente siccitosi.

Le situazioni emergenziali connesse a fenomeni di alluvione e di frana indotte da fenomeni meteorologici sono il risultato delle nuove condizioni climatiche e della fragilità del territorio, alla quale concorrono l’elevata antropizzazione e la densità abitativa di molte aree esposte a tali fenomeni.

Come è ben noto, la mitigazione del rischio da frana e di alluvione indotti da forzanti meteorologiche si attua riducendo la pericolosità del fenomeno, ove possibile, e la vulnerabilità degli esposti, mediante interventi strutturali - che generalmente richiedono tempi di realizzazione lunghi - e misure non strutturali di protezione civile. Queste ultime sono l’oggetto specifico delle presenti raccomandazioni operative.

A tal proposito, si invitano le Regioni e le Province autonome a dare attuazione alla Direttiva 2007/60/CE relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni, attuata in Italia con il decreto-legislativo 23 febbraio 2010, n. 49, con la finalità di istituire un quadro di riferimento comune per la valutazione e la gestione dei rischi di alluvione, con particolare attenzione alle misure relative alla previsione delle piene e al sistema di allenamento, alla pianificazione di protezione civile e all’informazione alla popolazione, in modo coordinato con le Autorità di bacino distrettuale e con l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - ISPRA.

Quali primarie attività di prevenzione non strutturale, il decreto-legislativo n. l del 2 gennaio 2018, “Codice della protezione civile”, contempla espressamente la pianificazione di protezione civile e l’allenamento del Servizio nazionale, nonché l’informazione alla popolazione e la diffusione della conoscenza e della cultura della protezione civile.

 

Pianificazione di protezione civile

In relazione alla pianificazione di protezione civile, si rammenta che il 6 luglio 2021 è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale la Direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri 30 aprile 2021 recante “Indirizzi per la predisposizione dei piani di protezione civile ai diversi livelli territoriali”. La Direttiva mira a garantire un quadro omogeneo per tutto il territorio nazionale finalizzato all’integrazione dei sistemi di protezione civile dei diversi territori. A tal proposito, è auspicabile che ogni Regione e Provincia autonoma svolga un’azione di impulso, indirizzo e supporto alle attività di aggiornamento della pianificazione di protezione civile degli Enti locali, in stretto raccordo con le Prefetture - Uffici Territoriali del Governo. 

Con specifico riferimento agli effetti degli incendi boschivi e d’interfaccia, si segnalano le indicazioni fornite della citata Direttiva relativamente all’aggiornamento degli scenari di rischio e in relazione ai presidi territoriali.

 

Presidi territoriali

I presidi territoriali idraulici e idrogeologici, così come definiti dalla Direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri 27 febbraio 2004 recante “Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale, statale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile”, rappresentano un efficace strumento conoscitivo da integrarsi con i sistemi di monitoraggio e di allertamento, regionale e nazionale, per i rischi idrogeologico e idraulico, in particolare nelle more della realizzazione di efficaci ed efficienti interventi strutturali di mitigazione del rischio.

Per i presidi territoriali idraulici si rimanda integralmente ai contenuti della citata Direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 27 febbraio 2004, in particolare per gli obblighi in capo alle Regioni, e alle procedure descritte con riguardo alla “osservazione e controllo dello stato delle arginature, se presenti, e ricognizione delle aree potenzialmente inondabili, soprattutto nei punti definiti preventivamente “idraulicamente critici ”, anche al fine di rilevare situazioni di impedimento al libero deflusso delle acque”. Tali “punti critici” dovranno essere al più presto verificati in funzione delle modificate condizioni dei bacini sottesi nei quali si siano sviluppati incendi boschivi o eventi pregressi.

Considerata l’attuale limitata prevedibilità dei fenomeni franosi, e in particolare di quelli prodotti da precipitazioni intense, persistenti o prolungate, o da altri fenomeni meteorologici quali ad esempio la rapida fusione della neve, le informazioni raccolte dai presidi territoriali idrogeologici devono integrarsi efficacemente con i dati raccolti dalle reti osservative, locali e territoriali, ancor più nel caso di frane monitorate per le quali siano definite soglie di allarme e conseguenti fasi operative o azioni di protezione civile.

Si rammenta, infine, che l’attività dei presidi territoriali è particolarmente rilevante per l’individuazione e la sorveglianza di condizioni di criticità locali, nonché per fronteggiare la maggiore suscettività al dissesto dei versanti e dei bacini soggiacenti le aree percorse dal fuoco. L’ attività di presidio, se opportunamente organizzata, può altresì contribuire a11’a1lertamento della popolazione esposta.

 

Sistema di allertamento

Giova ricordare che il citato, “Codice della protezione civile”, contempla fra le attività non strutturali di protezione civile, al comma 4 dell’art 2, quelle connesse all’allertamento del Servizio nazionale, articolato in attività di preannuncio in termini probabilistici, ove possibile sulla base delle conoscenze disponibili, di monitoraggio e di sorveglianza in tempo reale degli eventi e delle conseguenti evoluzioni degli scenari di rischio.

A tal riguardo, si sottolinea la rilevanza della piena operatività dei Centri funzionali decentrati attivi presso le Regioni e le Province autonome, secondo quanto previsto dalla citata Direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 27 febbraio 2004, nonché l’importanza di garantire - in particolare durante le alleate “meteo-idro” - l’attivazione H24 delle Sale operative regionali di protezione civile e dei Centri funzionali decentrati al fine di garantire il necessario e costante flusso informativo con le Autorità locali e fornire a questo Dipartimento il quadro aggiornato e tempestivo delle situazioni che possono manifestarsi nel corso di un evento, nonché l’aggiornamento della situazione meteo-idrologica e idraulica, in atto e prevista.

È altrettanto importante che i Comuni recepiscono la messaggistica di allettamento per la tempestiva attivazione delle conseguenti misure di protezione civile, inclusa l’informazione alla popolazione.

 

Procedure di attivazione

Ove la risposta del Servizio nazionale di protezione civile dovesse concretizzarsi in un’attivazione delle componenti e strutture operative, in fase di allerta o per situazioni di emergenza in atto, è necessario che ciò avvenga in modo tempestivo e coordinato attraverso la pronta attivazione dei centri di coordinamento, in attuazione degli indirizzi già emanati con la Direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 3 dicembre 2008 recante “Indirizzi operativi per la gestione delle emergenze”. A tal fine, è necessario che le Prefetture-UTG e le diverse strutture operative in indirizzo, che operano sul territorio, condividano tempestivamente con le Regioni e le Province autonome ogni rilevante informazione sulle criticità in atto e che venga mantenuto un costante raccordo informativo sul territorio e con questo Dipartimento per il tramite della Sala Situazione Italia.

Parimenti, si sottolinea l’esigenza che i Centri funzionali decentrati attivi presso le Regioni e le Province autonome, e le Sale operative regionali provvedano a una verifica delle procedure di attivazione delle diverse componenti del Servizio di protezione civile di ciascuna Regione o Provincia autonoma, ponendo particolare attenzione alla tempestiva diffusione di notizie e segnalazioni di criticità, e all’interscambio di informazioni e di dati tra i diversi Enti territoriali coinvolti, nonché alla comunicazione e al costante raccordo con questo Dipartimento. Detto raccordo dovrà realizzarsi (i) con il Centro funzionale centrale relativamente a valutazioni tecniche riguardanti fenomeni meteo-idrologici e le condizioni di rischio da frana e da alluvione, e (ii) con la Sala Situazione Italia relativamente alle situazioni, potenziali o in atto, di pericolo per la popolazione e per il sistema infrastrutturale, mettendo altresì in evidenza le iniziative poste in essere e le possibili criticità del sistema di risposta, al fine della eventuale richiesta di concorso di risorse esterne.

 

Comunicazione e informazione alla popolazione

Il citato decreto-legislativo n. 1 del 2 gennaio 2018, ha ridefinito la partecipazione dei cittadini alle attività di protezione civile. Oggi, i cittadini prendono parte ancor più attivamente al Servizio nazionale di protezione civile aderendo al volontariato di protezione civile, favorendo la cura e la tutela dell’ambiente, informandosi riguardo ai rischi presenti sul territorio e adottando comportamenti corretti in caso di situazione di pericolo, potenziale o conclamato. Inoltre, il “Codice della protezione civile” introduce lo strumento della pianificazione partecipata che consente all’Amministrazione di avviare un percorso di confronto organizzato con la popolazione in fase di redazione o aggiornamento del Piano di protezione civile.

Relativamente ai rischi oggetto delle presenti raccomandazioni, già nel 2016, con le “Indicazioni operative per l'omogeneizzazione dei messaggi di allertamento e delle relative Fasi operative per rischio meteo-idro”, si è voluto dare impulso a un percorso di omogeneizzazione dei “codici colore” e delle “fasi operative”, affinché il Servizio nazionale di protezione civile parlasse, soprattutto ai cittadini e più generalmente ai soggetti che operano sul territorio, in modo chiaro e comprensibile. Nell’ambito di tale percorso, sul sito del Dipartimento della protezione civile, vengono quotidianamente pubblicati il Bollettino di vigilanza meteorologica nazionale e il Bollettino di criticità nazionale contenente le alleate in corso e/o previste, su mappe navigabili. Di quest’ultimo è riportata in home page anche una sintesi grafica che indica immediatamente il colore (rosso, arancione o giallo) dell’allerta vigente più elevata e il link al Bollettino completo nella sezione https://rischi.protezionecivile.gov.it/it/meteo-idro/allertamento/.

Inoltre, sono disponibili sul sito del Dipartimento la sezione che raccoglie i link alle pagine web dove sono pubblicati i bollettini giornalieri di vigilanza, di criticità e i messaggi di allenamento di competenza regionale e provinciale (al link https://rischi.protezionecivi1e.gov.it/it/meteo- idro/allettamento/allenamento-meteo-idro-sui-siti-delle-strutture-regionali) e quella dedicata alla “Piattaforma radar”,   raggiungibile   all’indirizzo https://mappe.protezionecivile.gov.it/it/mappe-rischi/piattaforma-radar/, che consente di visualizzare, su scala nazionale, i fenomeni in corso e quelli registrati nelle ultime 24 ore attraverso l’elaborazione in tempo reale di dati provenienti dalla rete radar nazionale, dalla rete delle stazioni pluviometriche e termometriche, da acquisizioni satellitari e dalla rete delle fulminazioni. Infine, è presente la sezione “Sei preparato”, raggiungile all’indirizzo https://rischi.protezionecivile.gov.it/it/meteo-idro/sei-preparato/, contenente le buone pratiche di protezione civile da seguire, tra l’altro, in caso di alluvione, di frana, di temporali e fulmini, di rovesci di pioggia e grandine.

Si raccomanda di rendere allo stesso modo facilmente raggiungibili e fruibili i bollettini e le alleate emessi dalle Regioni e Province autonome, ciascuna per il territorio di propria competenza, dando risalto ai prodotti e alle informazioni disponibili nei rispettivi siti istituzionali, garantendo una adeguata visibilità soprattutto in presenza di alleate. In questi casi è auspicabile prevedere una comunicazione integrata sui diversi canali istituzionali (quali sito internet, profili social, messaggistica) delle Regioni e Province autonome, nonché del competente Centro funzionale decentrato. Nel comunicare una allerta (per esempio attraverso un comunicato stampa) è opportuno utilizzare un linguaggio semplice, immediato e standardizzato, rispettando criteri precedentemente stabiliti e concordati tra la Regione o la Provincia autonoma e il competente Centro funzionale decentrato; ciò per garantire la correttezza tecnica delle informazioni diramate. Nei periodi in cui non è prevista alcuna allerta, è auspicabile ribadire alla popolazione il funzionamento del sistema di allenamento e il ruolo di ciascun attore istituzionale (Regione o Provincia autonoma, Centro funzionale decentrato, Comune), oppure ricordare norme di comportamento o contatti utili (quali numeri verdi) in caso si verifichi un evento critico. Per la diffusione di questa tipologia di contenuti si consiglia l’utilizzo dei canali social istituzionali.

Infine, anche quest’anno, si svolgeranno le giornate nazionali della campagna di comunicazione “Io non rischio”. Nel fine settimana del 14 e 15 ottobre prossimi, i volontari di protezione civile appositamente formati, in più di 1.000 piazze su tutto il territorio italiano, incontreranno i cittadini per illustrare i rischi presenti sul territorio e condividere le buone pratiche di protezione civile per prevenirli, se possibile, e quelle da seguire in caso di emergenza. I materiali utilizzati per la campagna 2023, e in particolare quelli relativi al rischio da “alluvione” - consultabili all’indirizzo https://iononrischio.protezionecivile.it/it/preparati/alluvione/ - costituiscono un riferimento per le azioni da intraprendere per ridurre l’esposizione ai fenomeni alluvionali che si suggerisce alle Regioni e Province autonome di considerare per le attività connesse all’informazione della popolazione.

Il Dipartimento della Protezione Civile provvederà alla pubblicazione delle presenti raccomandazioni sul proprio sito internet affinché siano prontamente disponibili alle strutture operative di cui all’articolo 13 del Decreto Legislativo n.1 del 2 gennaio 2018, tra le quali si citano in particolare, oltre al Corpo nazionale dei vigili del fuoco, le Forze armate, le Forze di polizia, le strutture del Servizio sanitario nazionale e il volontariato organizzato di protezione civile. In tal modo, inoltre, potranno essere consultate e attuate dagli enti, istituti e agenzie nazionali che svolgono funzioni in materia di protezione civile nonché dalle aziende, società e altre organizzazioni pubbliche o private che svolgono funzioni utili per le finalità di protezione civile.

 

Files Descrizione
Nota -0002157-P-10/10/2023 Nota Raccomandazioni operative per prevedere, prevenire e fronteggiare situazioni di emergenza connesse a frana e alluvione durante le stagioni autunnale e invernale 2023-2024
Allegato Raccomandazioni operative per prevedere, prevenire e fronteggiare eventuali situazioni di emergenza connesse a fenomeni di frana e alluvione durante le stagioni autunnale e invernale 2023-2024

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Si pubblica l'elenco degli operatori economici che hanno presentato richiesta a seguito della manifestazione di interesse per l'affidamento di lavori nei soli casi previsti dall'art. 163 del D.lgs. 50/2016 s.m.i., secondo le previsioni dettate dal Codice degli appalti, conformemente a quanto stabilito dalla disciplina sostitutiva di cui alla legge n. 120 del 2020, innovata dalla legge n. 108 del 2021, avviata dalla UOD 06 Genio Civile di Napoli.

Con la formazione di tale elenco questo Ente intende creare una base conoscitiva degli operatori economici presenti nel mercato interessati a svolgere lavori in caso somma urgenza. Si precisa che con il presente avviso non viene attuata alcuna procedura concorsuale di gara d'appalto o procedura negoziata, avendo il procedimento che si avvia esclusivamente la finalità ricognitiva del mercato finalizzata al soddisfacimento di particolari esigenze dell'Ente. 

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COSA È LA PROTEZIONE CIVILE? 

d.lgs. 1/2018 - art. 1 

 

Il Servizio nazionale della protezione civile, definito di pubblica utilità, è il sistema che esercita la funzione di protezione civile costituita dall'insieme delle competenze e delle attività volte a tutelare la vita, l’integrità fisica, i beni, gli insediamenti, gli animali e l'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da eventi calamitosi di origine naturale o derivanti dall’attività dell'uomo. 

 

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